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pattern arlecchino stampato su tessuto

Pattern arlecchino: storia, successo e caratteristiche

Il pattern arlecchino (o harlequin) è un famoso motivo a scacchi a forma di diamanti che si ripetono. Il suo nome ci fa pensare immediatamente alla famosa maschera bergamasca, anche se, nel tempo, questo disegno è stato scelto per molteplici usi, superfici e settori. Vi racconto la sua storia, il successo e tutte le sue caratteristiche.

 

Cosa si intende per “pattern arlecchino”?

Il pattern arlecchino più tradizionale presenta rombi, losanghe o forme di diamanti che si ripetono in verticale, ma anche in orizzontale o in diagonale.

             pattern arlecchino verticale  pattern arlecchino orizzontale

tipi diversi di pattern arlecchinoIn alcuni casi per creare questo particolare pattern vengono usati anche triangoli e quadrati che possono essere impostati in diversi modi: quattro triangoli all’interno di un quadrato ad esempio, o due triangoli come due parti del diamante. Capita anche che non ci sia una specifica disposizione delle figure geometriche.

Ad essere importanti, però, sono le linee, o meglio lo spazio che rimane tra queste figure geometriche. Se non ci fosse questo particolare spazio, infatti, si tratterebbe di un semplice motivo a rombi e non del pattern arlecchino (o harlequin). Questo spazio tra le figure può formare linee da sottili a più spesse, o possono anche esserci linee doppie.

Quanto ai colori, quelli tradizionali usati per le figure geometriche sono il rosso, il giallo, il blu e il verde. Spesso viene incluso anche il nero. Le linee, invece, sono spesso bianche, qualche volta nere o marroni. Naturalmente esistono un’infinità di combinazioni di colori differenti tra figure geometriche e linee di contorno e, soprattutto per i moderni “harlequin patterns”, vengono usate le nuances più inusuali, dai colori pastello ai colori fluo.

Come nasce il pattern arlecchino

Non è un caso che il pattern a rombi ripetuti abbia preso il nome della nota maschera carnevalesca, con il suo abito a losanghe multicolori. Il nome stesso di Arlecchino, nella lingua italiana, è sinonimo di “variopinto, con molti colori”. Eppure, in origine, il costume di Arlecchino era assai diverso da quello che intendiamo oggi e nemmeno così colorato.

La storia di Arlecchino

Fra tutte le maschere della Commedia dell’Arte, Arlecchino è la più caratteristica e al tempo stesso la più enigmatica e complessa. Se il bergamasco Alberto Naselli, in arte Zan Ganassa, è stato a lungo creduto l’ideatore della maschera di Arlecchino, studi recenti confermano che la sua paternità è da attribuire all’attore mantovano Tristano Martinelli (1557-1630), protagonista di prim’ordine della Commedia dell’Arte.

Il nome di Arlecchino, poi, pare derivi dal medioevo francese Harlequin (o Herlequin, o Hellequin), il nome di un diavolo nei misteri popolari del sec. XI. O, anche, che abbia origini germaniche e fosse anticamente composto dalle due parole Holle Konig (che in tedesco significa “Re dell’Inferno”), e che nel tempo si sia evoluto in “Helleking” e poi in “Harlequin”. Persino Dante nella Divina Commedia situa un “Alichino” nell’inferno, una sorta di demone a capo di una schiera di altri demoni.

Quello che è certo è che la maschera di Arlecchino ha origine della contaminazione tra i personaggi grotteschi e diabolici del folklore francese e lo “Zanni” bergamasco, il servo buffone, rozzo e sguaiato (diminutivo di Giovanni, storpiato in Gianni e poi Zanni). Un Arlecchino che non nasce dalla penna di un autore, ma che viene direttamente portato sulle scene da Tristano Martinelli, il quale ne farà il proprio personaggio lungo tutto il corso della sua carriera tra il Cinque e il Seicento.

Il costume di Arlecchino

Nelle sue prime rappresentazioni Arlecchino indossava un’ampia casacca bianca con larghi pantaloni chiari. Con il tempo, si coprì sui gomiti e sulle ginocchia di foglie multicolori richiamando l’abbigliamento dell’uomo selvatico. Questo abbigliamento rappresentava la povertà, gli stenti e le fatiche che caratterizzavano il personaggio messo in scena.

Dopo ancora, casacca a pantaloni vennero coperti di pezzetti di stoffa di vari colori messi senza ordine. Il primo Arlecchino, interpretato da Tristano Martinelli, non aveva maschere, ma la faccia tinta di nero con ghirigori rossastri. Arlecchino portava anche un bastone alla cintura, barba nera e ispida e berrettone alla Francesco I con una coda di coniglio ciondolante (l’appendere code di coniglio, di volpe o orecchie di lepre era nel medioevo una beffa consueta).

primo costume arlecchino primo costume arlecchino

Dopo Martinelli, un altro famoso attore, un italiano naturalizzato francese di nome Domenico Biancolelli, ingentilisce il personaggio, trasformando anche il suo costume, che divenne più simile a quello che ancora oggi caratterizza il personaggio di Arlecchino. Le toppe divennero sempre più numerose e di forma regolare.  I vestiti ampi lasciarono spazio alla tipica casacca e al pantalone aderente simile ad una calzamaglia, permettendo anche più libertà di movimento. Ma dovremo arrivare a Goldoni per vedere le vere losanghe del costume di Arlecchino, che hanno trasformato in ricamo l’antico rattoppo. Anche il suo aspetto demoniaco si mitiga e la sua arguzia popolare diventa più elegante.

Arlecchino tra arte, design e moda

Arlecchino è senza dubbio la più popolare e durevole delle maschere, ispiratrice, dopo la grande fioritura della Commedia dell’Arte, di scrittori, romanzieri e poeti romantici. L’eredità più grande e duratura di Arlecchino sembra però essere proprio il caratteristico pattern geometrico a forma di diamante del suo costume. Un vistoso design a rombi ripetuti in più colori o monocromatici, non sempre su sfondo bianco.

Oltre alla letteratura, infatti, non sono mancate infinite rappresentazioni artistiche di Arlecchino. Le più celebri sono senz’altro quelle di Picasso e Cezanne, pensose e velate di malinconia, in cui il personaggio si veste di una nuova drammaticità.

arlecchino dipinto da Picasso arlecchino dipinto da Cezanne

Resta il pattern a rombi, si modifica la palette cromatica, spesso solo due colori a contrasto. Questi esempi segnano profondamente il Novecento, tanto da diventare un sottogenere iconografico nel mondo dell’interior design e delle decorazioni e naturalmente presto anche nella moda. Fu la designer americana Adele Simpson negli anni ‘40 la prima a rendere popolare il pattern arlecchino nella moda. Dopo di lei Lourella Ballerino e la designer Jerry Parnis, il cui Harlequin Dress è reso immortale dalla famosa fotografia del celebre Inrving Penn pubblicata su Vogue nel 1950.

pattern arlecchino di Lourella Ballerino     Harlequin Dress fotografato da Inrving Penn

A partire da questi primi esempi, nel corso del tempo, il pattern Arlecchino è stato ispiratore per tantissimi fashion designers, che lo hanno reinventato a loro modo, dandogli un nuovo significato e conferendogli il loro personalissimo stile. Dall’eleganza pop degli abiti di Valentino della collezione 2014, al gusto eclettico e irriverente di Jeremy Scott che ne 2020 riprende la maschera di Arlecchino ispirandosi a Picasso.

pattern arlecchino by Valentino pattern arlecchino by Moschino

Dalla stravaganza teatrale degli abiti di Alexander McQueen della sfilata Autunno/Inverno 2009-10 al famoso Arlecchino di Dior by Galliano del 2007.

pattern arlecchino by Alexander McQueen pattern arlecchino Dior by Galliano

E ancora Yves Saint Laurent nel 1988 o Givenchy nel 1999 per citarne altre. Senza dimenticare l’Harlequin dress indossato dalla regina Elisabetta sempre nel 1999.

pattern arlecchino Yves Saint Laurent  pattern arlecchino by Givenchy l’Harlequin dress indossato dalla regina Elisabetta nel 1999.

Il pattern Arlecchino oggi

Non serve in realtà tornare così indietro. Il motivo di diamanti è, infatti, più attuale che mai, come dimostra la sfilata Primavera/Estate 2023 di Armani Privé, il “Rondò Armaniano” in scena a Parigi.

Rondò Armaniano 2023 Rondò Armaniano 2023 Rondò Armaniano 2023

Ma anche la collezione autunno/inverno 2023-24 di Harris Reed, presentata nei giorni scorsi a New York.

collezione autunno inverno 2023-24 di Harris Reed collezione autunno inverno 2023-24 di Harris Reed collezione autunno inverno 2023-24 di Harris Reed

Questo famoso “pattern arlecchino” pare non passare mai di moda. Non potevo, dunque, non lasciarmi ispirare da questo disegno geometrico e realizzare una tovaglia per uno dei miei table settings d’ispirazione. Ho scelto il black and white per stampare l’iconico motivo a rombi su un vellutino leggero.

pattern arlecchino stampato su tessuto pattern arlecchino stampato su tessuto

Se stai pensando di usare anche tu questo pattern per la tavola del tuo prossimo evento contattaci, saremo felici di aiutarti a realizzare il tuo progetto. Se, invece, hai bisogno di altre ispirazioni dai un’occhiata al nostro profilo instagram qui o scarica il nostro catalogo a questo link.

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